La prima fotografia di matrimonio della storia

Quando pensiamo alla fotografia di matrimonio, difficilmente conosciamo le origini e l’evoluzione di questa tradizione. Ecco perché vogliamo raccontarvi quello che sappiamo a riguardo.

Qual è la prima fotografia di matrimonio della storia?

Facciamo un tuffo nel passato. Siamo nel 1840, quando la Regina Vittoria e Alberto di Sassonia si fecero ritrarre in uno scatto che da quel momento può essere considerato la prima fotografia di matrimonio. I due coniugi non erano di certo consapevoli di aver inaugurato un’usanza che dura fino ai nostri giorni, e che, nel corso degli anni avrebbe subito tantissime trasformazioni fino ad arrivare al racconto di matrimonio che avviene nei nostri giorni. Prima di allora non c’è alcun ritratto che faccia pensare a un momento simile, ecco perché il 1840 coincide assolutamente con la nascita della figura del fotografo di matrimonio.

Già un anno prima, però, grazie agli esperimenti di Henry Fox Talbot e la nascita del negativo, la possibilità di “scattare foto” all’ infinito coinvolse tutti i campi e tutti i settori della società, compresi gli eventi importanti e le celebrazioni familiari.

Prima di quel momento però le fotografie erano statiche, per niente naturali e in genere molto austere, e contribuivano ad alimentare la scarsa considerazione che nel mondo della fotografia si aveva del fotografo matrimonialista.

Durante questi anni però, fortunatamente, sono cambiate moltissime cose.

Se guardiamo all’ evoluzione di qualsiasi arte, come la pittura, la scultura o alcuni settori della fotografia, notiamo come nei decenni si sono alternate profonde ricerche a cambiamenti di stile.
Entrambi hanno portato a opere sempre diverse, legate talvolta ai profondi mutamenti sociali che il paese stava vivendo. L’ evoluzione della fotografia di matrimonio è comunque piuttosto recente. Possiamo affermare con certezza che in questo settore si sono susseguite opere sempre più originali, anche e soprattutto grazie alla nascita del reportage.

Ma cos’è il reportage?

Reportage è un termine che deriva dal francese e significa raccontare, un episodio, una situazione, un qualcosa che merita di essere catturato e impresso nella memoria.

Una volta scoperto questo nuovo metodo, possiamo dire che il racconto ha via via preso il sopravvento, sostituendo quello che era l’ approccio tradizionale, con qualcosa di più originale e personale: la narrazione di una storia attraverso un certo numero di immagini. Immagini che possono essere considerate al pari di un testo di un libro, non scritte con la penna di un giornalista ma con la luce di un fotografo.

Si tratta di un’ evoluzione alla quale si aggiunge un approccio più sofisticato e ricco di spunti artistici maggiormente evocativi e spettacolari. Questo genere fotografico è poco propenso a ritrarre soggetti statici e che non fanno nulla. Vuole descrivere una situazione, nel nostro caso il matrimonio, attraverso una serie di immagini che lo caratterizzano fortemente, in grado di esprimere un lato del carattere degli sposi e degli invitati.

A differenza di altri reportage, però, un progetto fotografico legato ad un evento come quello del matrimonio comporta una realizzazione in poche ore ed in quel poco tempo a disposizione il fotografo di matrimonio deve dare il meglio di se, immaginando già come narrare con le sue foto la giornata vissuta. Non si tratta di un progetto qualsiasi, il fotografo deve essere bravo, discreto, intuitivo, e soprattutto non può sbagliare, perché non si tratta di un evento ripetibile.

Deve essere bravo a cogliere l’ attimo, come dice Bresson, deve cercare di stare più vicino possibile al soggetto come racconta Robert Capa. Deve essere in grado di dosare la luce, come fa Steve McCurry e infine deve sapere raccontare nel miglior modo possibile, senza pensare troppo alla tecnica, perché quella deve conoscerla a prescindere, come dice Ferdinando Scianna.